martedì 29 agosto 2017

Il libro dell'estate - Tove Jansson


Titolo originale: sommarboken - 1989

L'estate, l'ultima isola abitata prima del mare aperto nell'arcipelago finlandese, un paesaggio selvaggio e incontaminato, la casa lontana dalla civiltà, una nonna e una nipotina e, silenzioso nume tutelare, il padre. Una vita quotidiana che segue i ritmi svagati delle vacanze e quelli capricciosi del tempo: qualche visita occasionale, tempeste, avventure, divieti trasgrediti, furtive spedizioni a isole altrui, navigazioni notturne. Su uno sfondo che dell'idillio non ha il sentimentalismo, ma ne ha certamente il fascino, un libro dall'apparenza semplice che riesce a parlare senza enfasi, ma anche senza ingenuità, senza eufemismi ma con tocco ironico e leggero, della complessità del vivere, delle luci e delle ombre dell'animo umano, della crudele imparzialità della natura. «Senza un'infanzia felice non avrei mai incominciato a scrivere», dice Tove Jansson. Ed è proprio quella felicità che emana dai suoi scritti: l'espressione di quel raro equilibrio fra sicurezza e rischio, sfida e ritorno, ribellione e rifugio, paura del nuovo e desiderio di provare, timore e sete di conoscere, bisogno di solitudine e necessità di affetti. È la felicità di camminare su un filo teso, sapendo che vi è comunque una rete di protezione, del sentire con intensità, del prendere la vita sul serio, ma accettandola così com'è. Da qui l'affinità e l'intesa fra Sofia, la bambina che inizia ad affrontare la vita, e la nonna, che l'ha vissuta a fondo, l'ha amata con la saggezza di non pretendere di capirla e sa che fra poco dovrà lasciarla. Il loro dialogo, che spazia su ogni cosa che sta fra il crescere e il morire, è come una musica che resta a lungo nell'orecchio, come una sonatina. (www.iperborea.com)

Un libro che mi ha lasciato sentimenti un po' contrastanti. Intanto, non è un racconto lineare, è una serie di episodi frammentati, credo anche ambientati in più anni (visto che la bambina cresce..).
E' sicuramente bella l'ambientazione così selvaggia. Mi lasciano perplessa un po' i personaggi.
La nonna è piena di sfaccettature anche ironiche. E' quella che non si regge molto sulle gambe ma che scassina la casa del nuovo vicino per vedere cosa c'è dentro. E' quella che cerca di diffondere un po' della sua saggezza di vita alla bambina, ma non ha un reale "metodo" per parlare con lei, probabilmente non ne ha la forza e nemmeno la voglia, perchè sente già di essere più vicina alla morte.
La bambina è sicuramente una bambina a cui manca la presenza di (almeno) un genitore. E' capricciosa, è sbandata, cerca di continuo la nonna pretendendo che abbia l'agilità di un giovane e che solo a tratti si rende conto dei suoi problemi. Non mi ispira tenerezza, a volte mi dà proprio fastidio il suo comportamento. Sono sicura che se fosse lasciata meno sola si comporterebbe in modo diverso.
E poi c'è il padre, che, in realtà, che ci sia o non ci sia fa poca differenza, perchè è sempre chiuso nel suo studio e sono rare le volte in cui esce.
Ecco, sicuramente una grossa componente, palpabile, nel libro è l'assenza. L'assenza della madre in primis. L'assenza del padre, la (quasi) assenza di relazioni sociali. Il tempo non ha alcuna importanza, sembra essere sospeso. E' la natura che la fa da padrona nello scandire le ore e i giorni.
Ho letto recensioni entusiastiche di questo libro, ma devo ammettere di aver fatto molta fatica a finirlo perchè alcuni pezzi sono abbastanza noiosi. Boh. Lettura interessante ma niente di che. Sinceramente non ci trovo nè la felicità di cui parlano nella presentazione, nè questa grande affinità fra Sofia e la nonna.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

p.s. Tove Jansson (che all'inizio credevo fosse un uomo...) ha scritto anche libri per adulti, ma in realtà è un'affermata scrittrice ed illustratrice per bambini. E' lei che ha creato i "Mumin", quella specie di ippopotami bianchi che sono popolarissimi in Finlandia.

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