venerdì 29 gennaio 2016

Preghiera per un amico - John Irving



Titolo originale: A prayer for Owen Meany - 1989

"Un giorno qualunque dell'estate 1953, Owen Meany e John Wheelwright, due amici undicenni, partecipano a un incontro di baseball nel New Hampshire. Partita apparentemente priva di emozioni, finché la palla lanciata da Owen colpisce la madre di John uccidendola all'istante. Quello che capiterà poi a Owen Meany, dopo il fatidico lancio, è incredibilmente toccante, comico e fatale."

"Eccomi condannato a ricordare un ragazzo dalla voce fessa – non già a causa della sua voce, né perché fosse la persona più piccola che io abbia mai conosciuto, o neppure perché fu strumento della morte di mia madre – ma perché è lui la ragione per la quale io credo in Dio: sono cristiano grazie a Owen Meany"

Provate a pensare di chiudere un libro di quasi settecento pagine e dire "nooo è finito". Questa è stata la sensazione che ho provato quando sono arrivata all'ultima riga, perchè questo credo sia il primo libro a cui ho dato un dieci pieno.
La storia parte da un avvenimento tragico che accade in una maniera assurda: una palla da baseball, lanciata da Owen Meany durante una partita, (lui è assolutamente negato nello sport), colpisce e uccide all'istante la madre del suo migliore amico John Wheelwright.  Ed è proprio John che, da adulto, ricorda la storia di Owen, questo ragazzino minuto e dalla voce "fessa", che però quando parla incanta tutti ed è avvolto da un carisma particolare. John e Owen sono sempre stati grandi amici, nonostante John faccia parte di un'agiata famiglia, mentre il padre di Owen lavora nell'estrazione del granito (mentre la madre vive in una specie di apatia). John non ha mai saputo chi sia il suo vero padre perchè la madre Tabitha non gliel'ha mai detto. In seguito Tabitha si sposerà con un insegnante di teatro, un uomo buono molto legato ad entrambi i ragazzi. Owen trascorre praticamente tutte le sue giornate con la famiglia Wheelwright, Tabitha lo considera quasi un secondo figlio. 
Dopo la morte della madre, Owen e John rimangono amici. Durante una recita natalizia, dove viene messo in scena il canto di Natale di Dickens, Owen sostiene di aver letto la data della propria morte sulla tomba di Scrooge. Questo rafforza in lui l'idea di essere uno strumento di Dio.

(Se non volete anticipazioni, non proseguite nella lettura) 
Quando John viene bocciato a scuola, Owen decide di ripetere l'anno anche lui così da poter restare vicino all'amico. Owen si guadagna la reputazione di brillante e sarcatisco studente come scrittore degli articoli del giornalino della scuola (che scrive sotto lo pseudonimo di "la voce", ma tutti sanno che si tratta di lui, anche i professori), ed è anche ammirato dagli altri studenti per il fatto che esce con la cugina di John, Hester, più grande di un paio di anni. Mentre Owen aiuta John con i compiti scolastici, John assiste Owen in una manovra di basket che i due ragazzini chiamano "il tiro", che consiste nel sollevare Owen all'altezza del canestro per permettergli di schiacciare nel minor tempo possibile. Owen non rivela all'amico perché si debbano esercitare nel "tiro", manovra che per regolamento non si può effettuare. Tuttavia continuano ad esercitarsi fino a riuscire ad effettuare la tecnica in meno di tre secondi.
A causa di una rivalità con il preside della scuola, Owen viene espulso durante l'ultimo anno, riducendo la possibilità per lui di frequentare università famose intenzionate ad offrirgli una borsa di studio. Owen opta per l'Università del New Hampshire, dove segue un programma di formazione militare, al termine del quale deve prendere servizio come tenente. La notizia è accolta con dispiacere da John e Hester, che si oppongono alla guerra nel Vietnam. Owen tenta ripetutamente di giustificare a John il suo voler partecipare al conflitto, e addirittura recide a John due falangi dell'indice per evitare che l'amico venga chiamato in guerra.
Dopo la laurea, Owen rivela a John ed Hester un sogno ricorrente in cui salva la vita a molti bambini vietnamiti, salvataggio che gli costerebbe però la vita. È convinto che il sogno diventerà realtà nel giorno indicato dalla lapide di Scrooge nella recita di molti anni prima, decide quindi di partire per il Vietnam per dare compimento al sogno, nonostante John e Hester cerchino di convincere Owen che si tratta solo di un sogno. 
Vi ho già raccontato anche troppo.

Il romanzo è lungo ma scorrevolissimo. Non c'è un momento debole nella storia. Davvero l'ho chiuso con una sensazione di perdita. I personaggi sono minuziosamente descritti, oltre a Owen e John, ci sono la madre Tabitha, la nonna di John, il patrigno Dan, la cugina Esther, tutti personaggi molto molto interessanti e creano emozioni diverse.
Owen Meany poi è un personaggio molto particolare; pur essendo minuto e con una voce assurdamente nasale, è impregnato di misticismo. Ci sono alcuni episodi che vengono spiegati durante la narrazione, che non vi svelo, che fanno veramente sorgere il dubbio che Owen sia davvero uno strumento di Dio per compiere il destino che Lui ha deciso, salvare dei bambini vietnamiti.
E poi c'è un grosso senso di "schifo" nei confronti dell'America del periodo, della guerra in Vietnam. John, infatti, una volta cresciuto, si trasferisce in Canada, e vedrà l'America come il paese della falsità.
Mio voto: 10 / 10. Assolutamente.

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