domenica 24 maggio 2015

Storia di una ladra di libri - Markus Zusak



Titolo originale: The book thief (2005)

È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché «ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri», poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto. Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona - Storia di una ladra di libri è un romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito. Con una scrittura straordinaria per intensità e passione, Markus Zusak ci consegna uno dei romanzi più indimenticabili del nostro tempo. ( http://www.edizionifrassinelli.it )


Mah. Sinceramente questo libro è stato un po' una delusione.
Cosa mi aspettavo leggendo questo libro? Una ragazzina che durante il fascismo salva un sacco di libri da una brutta fine. Beh diciamolo, questo succede tre o quattro volte. La prima, inconsapevolmente, quando raccoglie il manuale del necroforo ad uno dei ragazzi che seppelliscono il fratellino. Poi salva un libro dai roghi nazisti. Poi ci sono i libri che ruba alla moglie del sindaco, è vero, ma in realtà è la donna stessa che le lascia la finestra aperta per entrare in biblioteca... Diciamo che più che andare a cercare i libri, se li trova di fianco e lei allunga una mano.
Il libro è narrato dalla Morte in persona, costretta al superlavoro nel periodo fascista, che in più occasioni incrocia, appunto, questa ragazzina. L'idea poteva essere anche intrigante, senonchè nella realtà ne viene fuori una narrazione abbastanza frammentaria, perchè la Morte salta di palo in frasca, spoilera (intenzionalmente) avvenimenti che accadranno mesi o anni dopo guastando la sorpresa a chi legge, interrompe la narrazione per spiegare aneddoti su un personaggio o l'altro. Insomma, io l'ho trovato piuttosto fastidioso.  
E' molto bello il rapporto di Liesel col padre adottivo, che le insegna a leggere, la consola, è il suo punto di riferimento. Molto bello il rapporto con l'ebreo Max. Sono ben caratterizzati tutti i personaggi in genere. E' molto bello anche il rapporto che si viene a creare con la moglie del sindaco.
Sono convinta che il libro sia una buona trama per un film (e infatti conto di vederlo al più presto), ma il libro in sè non mi ha fatto impazzire. Le ultime tre righe della presentazione fatta dalla casa editrice credo siano assolutamente inesistenti (la scrittura intensa per uno dei romanzi più indimenticabili del nostro tempo. No dai, per carità, neanche lontanamente).
Credo che, pur affrontando argomenti delicati, sia decisamente un libro più per ragazzi che per adulti.
Mio voto: 6 e mezzo / 10.

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