giovedì 23 aprile 2015

Nessuno al mio fianco - Nadine Gordimer



Titolo originale: None to accompany me - 1994

In Sudafrica, poco prima delle elezioni che hanno portato Nelson Mandela al potere, due coppie fanno i conti con la realtà sociale e politica del paese. Da un lato ci sono gli Stark: Vera e Bennet, i bianchi. Lui rinuncia alle proprie attività artistiche per la famiglia, lei invece intraprende la professione di avvocato che, costringendola ad affrontare problematiche a lei sconosciute, le cambierà la vita. Dall’altro lato scorre l’esistenza parallela dei Maqoma: Sibongile e Didymus, militanti neri tornati in patria dopo anni di esilio a seguito dei grandi rivolgimenti politici. Lui, ex terrorista, viene messo da parte dal movimento rivoluzionario, mentre lei, che non si era mai impegnata nella lotta politica, vi acquisisce un ruolo sempre più attivo. Nessuno passa indenne attraverso gli sconvolgimenti che stanno travolgendo il Sudafrica e tutti si trovano a dover fare i conti con la storia. Nadine Gordimer, con maestria nel trattamento della struttura narrativa e nella delineazione dei personaggi, ci commuove e insieme ci aiuta a comprendere la realtà del Sudafrica, in uno dei momenti chiave della sua storia contemporanea. (da www.feltrinellieditore.it)

Dunque. Il libro è abbastanza complesso, anche perchè parla di un periodo della storia del Sudafrica di cui so poco o nulla, e la parte storica è data abbastanza per scontata (ci sono alcuni avvenimenti sanguinosi, ma non sono approfonditi). Siamo nel periodo precedente la vittoria di Mandela, l'odio tra bianchi e neri è ancora molto forte.
Secondo me, la reale protagonista della vicenda è principalmente Vera Stark, questa avvocata bianca che lavora al Centro di assistenza legale. Gli altri personaggi (il secondo marito di Vera, l'altra famiglia, e altri) ruotano comunque intorno a lei e un po' tutte le vicende narrate sono viste principalmente con gli occhi di Vera; il "grosso" della parte introspettiva è di Vera.
Ruolo importante nelle vicende narrate l'ha la storia sessuale di Vera, e comunque il sesso in generale. Vera viene presentata come una donna indipendente, che divorzia dal primo marito perchè ha già un amante, poi comunque tradisce anche l'amante (diventato il secondo marito). Senonchè c'è comunque una dipendenza dagli uomini che (se non l'avevamo già capito) Vera stessa spiega alla figlia Annick quando questa le dice di essere lesbica: come si fa a rinunciare al pene? (il discorso è molto bello, pieno di tolleranza, ma con alcune punte "da sorriso"). 
Vera è una donna che non ha nessuno "capace di starle accanto" nel suo percorso di cambiamento e anche di solitudine.
Il libro nel complesso mi è piaciuto, ma non mi ha fatto impazzire. Ci sono troppe cose che non riesco a capire. La scrittura della Gordimer non è facile, ma credo che in futuro leggerò qualcos'altro di suo. 
Mio voto: 7 / 10

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