venerdì 27 febbraio 2015

Wondy - Francesca Del Rosso


Titolo originale: Wondy. Ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro (2014)

Wondy. 
Una Wonder Woman in borghese: non indossa le culotte con le stelle o il top rosso, eppure la protagonista di questo libro a volte si sente proprio così. Come la supereroina, lotta contro le avversità della vita armata di autoironia e tenta in ogni modo di andare avanti – crescere i suoi bambini di due e quattro anni, non allontanarsi dall’amato marito Ken e vedere le amiche di sempre – mentre affronta il tumore al seno. Ma i “sassolini”, come li chiama per Attilino e la Iena, le portano anche una nuova terza misura di reggipetto.
E Wondy è bravissima a vedere il bicchiere mezzo pieno, così, senza poter dimenticare i continui controlli, la chemio e i mesi passati sul divano, non perde l’occasione per sdrammatizzare e vedere il lato positivo. Con la valigia pronta per un nuovo viaggio e il pc sempre acceso, impara che il tempo è prezioso (e poco), che i veri amici si riconoscono subito – ti invitano a sessioni di shopping o preparano cene prelibate con consegna a domicilio – che l’affetto incrollabile dei figli è il nostro carburante migliore; insomma che vale la pena combattere al massimo per tenersi stretto ciò che si ama. E allora, senza capelli le feste in maschera e parrucca vengono meglio, se hai già la nausea puoi concederti infinite corse sulle montagne russe con tua sorella e, se non hai appetito ma il sushi lo mangi, ne approfitti per uscire più spesso a cena…
Francesca Del Rosso racconta una storia, la sua, che commuove e appassiona, ricordandoci come ogni donna abbia dentro un potere nascosto, grazie al quale sa capovolgere i momenti bui e riportare intorno a sé una dose inattesa di forza e vitalità. (www.amazon.it)

La sintesi che ne fanno i siti internet raccontano tutto. Autobiografia dell'autrice, giornalista, moglie, madre di due figli di 2 e 4 anni, che scopre di avere un tumore al seno, e comincia la trafila di visite, chemio, speranza. Per due volte.
Il libro ci racconta di una donna forte, ottimista anche nei momenti peggiori. Con alcuni racconti che sono anche abbastanza divertenti. Però credo che la "leggerezza" con cui è stato scritto il libro sia anche un po' il suo difetto. Non dico che i libri che parlano di tumori debbano essere sempre pesanti e tristissimi, ma questo libro diventa forse troppo leggero. Verso la fine, ci sono alcune pagine più introspettive, da cui continua ad emergere la determinazione di Francesca, ma dove probabilmente l'autrice ha un po' calato la "maschera" del sorridere sempre e ha lasciato trapelare la paura. Sono le pagine che ho apprezzato di più ed effettivamente lì mi sono commossa.
Credo che l'autrice abbia avuto una grande fortuna: quella di trovare dei medici che le sono diventati amici. Purtroppo, la maggioranza dei medici (di quelli che ho conosciuto io) rimane sempre a grande distanza. C'è una cosa che invece non ho proprio compreso, e non ho gradito (sarà perchè io non avrei potuto fare come ha fatto lei): il comportamento tenuto quando anche il gatto si ammala. Sarà che quando è morto il mio Tigro, ho voluto essere lì mentre gli facevano l'iniezione per il semplice fatto che ero la sua padrona e sentivo che non sarei potuta stare in nessun altro posto. Ma va beh, ognuno ha reazioni diverse in quelle circostanze.
Non so, il libro è carino, scorrevole, si legge in fretta e volentieri. Però non mi convince totalmente. La storia della donna che lotta contro due tumori, due mastectomie, due chemio, è commovente, coinvolgente ed è sicuramente interessante leggere come riuscire a trarre cose buone da esperienze negative. Però tutto il contorno.. boh.. mi è parso non particolarmente interessante. Gli amici, gli impegni dei bambini, il lavoro, i viaggi, sembrano semplificare troppo tutta la situazione. Non so se riesco a spiegarmi... Le pagine che parlavano di Wondy e della sua lotta mi sono piaciute molto; le pagine "di contorno" non mi hanno entusiasmato.

Mio voto: 7 / 10

giovedì 26 febbraio 2015

w…w…w…wednesdays #13




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (13^ puntata - mercoledì 25 febbraio 2015, anche se oggi è giovedì... ma me ne ero dimenticata...):

1) cosa stai leggendo?
"nessuno al mio fianco" - Nadine Gordimer

2) cosa hai appena finito di leggere? 
"Wondy. Ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro" - Francesca del Rosso
"Lisario o il piacere infinito delle donne" - Antonella Cilento

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"la signorina Else" - Arthur Schnitzler
"un cuore così bianco" - Javier Marìas

domenica 22 febbraio 2015

Lisario o il piacere infinito delle donne - Antonella Cilento


Titolo originale: Lisario o il piacere infinito delle donne (2014)

Lisario Morales è una bambina nata col gozzo, che parla e canta senza sosta. I suoi genitori, insofferenti, decidono allora di tagliarle la lingua e renderla muta e lei di nascosto legge Cervantes e scrive lettere alla "Signora Santissima della Corona delle Sette Spine Immacolata Assunta e Semprevergine Maria". Verso i sedici anni, cominciano a pensare di volerla maritare e lei, che non vuole sposarsi, cade in un sonno profondo da cui nulla pare svegliarla. Per scommessa con una signora del posto, prova a curarla Avicente Iguelmano un medico spagnolo inetto. Comincia a studiarla per ore finchè gli viene l'idea di metterle le mani tra le gambe. E scopre che quando Lisario prova piacere, per un attimo si sveglia. Poi Lisario un giorno si sveglia davvero del tutto, e allora il medico la "vince" come moglie. Il matrimonio però non funziona, non c'è amore tra i due e lui approfitta decisamente di lei. Un giorno scopre che lei, toccandosi da sola, si procura un piacere maggiore di quello che prova quando la tocca lui. Il dottore allora si butta a capofitto nello studio del piacere femminile (genitali e uteri compresi). Poi però Lisario rimane incinta. Di chi può essere quel figlio che il dottore sa di sicuro non essere suo? Viene fatto allora un salto nel passato, dove ci viene raccontato di un certo Jacques Israel Colmar, maestro di scena in teatro (illumina il palco, costruisce i fondali, ecc.), e che è scappato da Roma per sfuggire ad una storia omosessuale avuta con Micheal de Sweerts, pittore olandese. Ad un certo punto Colmar ha conosciuto Lisario. Non racconto altro.

Che dire? Questo libro non mi è piaciuto quasi per niente. La trama era interessante ma lo svolgimento non lo è altrettanto. Sicuramente è apprezzabile lo studio per ricreare l'ambientazione della Napoli del 1600, compreso il linguaggio dell'epoca. Ma la narrazione ne risulta appesantita. Il romanzo mi è risultato poco scorrevole. Poi è pieno, pieno, di frasi totalmente in napoletano e qui mi ripeto, io non sono tenuta a sapere il napoletano! Mettere una traduzione era così difficile??? Praticamente un terzo di libro è incomprensibile!! E questa è una cosa indisponente!! Ci sono frasi e frasi di cui non ho capito nulla. NULLA. Nemmeno una parola. Mah.
Dei personaggi non ce n'è uno che mi abbia ispirato una qualche simpatia. Forse un po' Colmar. Anche se ammetto che non ho capito come l'ha messa incinta... Ho letto che hanno cominciato ad incontrarsi al convento, che con la suora distratta si sono baciati e poi lei era incinta... devo aver perso qualcosa...
Lisario stessa, per quanto si provi pena per la situazione assurda in cui l'hanno cacciata i genitori (ma si può tagliare la lingua ad una figlia??? raccapricciante) non riesce però a scatenarmi sentimenti di particolare empatia. Il dottore poi è un personaggio odioso, e ancor più dopo che ha ucciso il gatto, non potevo non augurargli di finire male (molto peggio di quella che è stata la sua sorte).
Avevo tante aspettative e invece sono state miseramente fallite. Sarei quasi tentata di dargli un 5, poichè non vorrei essere particolarmente indisposta dalle parti in napoletano. Ma alla fine mi sono detta che no, a me il libro non è piaciuto, perchè devo essere morbida nel giudizio? Non è un libro che consiglierei.
Mio voto: 4 / 10

mercoledì 18 febbraio 2015

w…w…w…wednesdays #12



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (12^ puntata - mercoledì 18 febbraio 2015):

1) cosa stai leggendo?
"Wondy. Ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro" - Francesca del Rosso

2) cosa hai appena finito di leggere?
"cecità" - Josè Saramago

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"Lisario o il piacere infinito delle donne" - Antonella Cilento

lunedì 16 febbraio 2015

Cecità - José Saramago



Titolo originale: Ensaio sobre a Cegueira (1995)

In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza. (da www.lafeltrinelli.it)

Ho cominciato a leggere questo libro 4 anni fa, esattamente tra gennaio e febbraio 2011. Me lo ricordo bene perchè era il libro del gruppo di lettura a cui non partecipai perchè ero murata in casa per malattia. All'epoca lasciai il libro a metà, cosa che in genere non faccio, anche quando un libro non mi piace. Ma questo andava proprio oltre le mie capacità di farcela. In seguito ho anche visto il film, che mi era sembrato abbastanza fedele al libro. A distanza di 4 anni, mi sono detta, va beh lo riprendo e vedo di finirlo. Che dire? Non è cambiata di molto l'idea che me ne ero fatta all'epoca. Diciamo che se all'epoca gli avrei dato un 4, adesso arrivo a dargli la sufficienza, perchè la seconda parte (da quando escono dal manicomio) è più interessante.
Cosa mi è piaciuto di questo libro? Il senso di gruppo e di solidarietà che si crea tra i sei ciechi e la moglie del medico (il medico, il primo cieco e la moglie, il vecchio della benda, la ragazza con gli occhiali scuri, il ragazzino). Loro sono stati insieme fin dall'inizio e stanno insieme fino alla fine, aiutandosi per quello che possono. E mi è piaciuto il cane, che arriva ad asciugare le lacrime della moglie del medico nel momento in cui anche lei crolla. Ah beh, ovviamente mi è piaciuto il personaggio della moglie del medico, l'unica non diventata cieca, che si industria per aiutare gli altri; a lei tocca vedere tutto l'orrore, il tradimento, la morte.
Cosa non mi è piaciuto di questo libro? Trovo che non abbia capo nè coda. In una società di individui ciechi, saltano fuori tutti gli istinti animali ed egoistici. Questo mi pare ovvio. I cattivi cercano di soggiogare gli altri facendogli fare la fame e facendosi pagare per qualcosa che è diritto di tutti. Abbastanza logico anche questo. Cioè, non mi sembra che Saramago abbia scritto qualcosa che ti fa dire "urka è vero, non me lo aspettavo". E così come è arrivata la cecità, nello stesso modo scompare. Non c'è un motivo per cui è comparsa, non c'è un motivo per cui è scomparsa. O forse la spiegazione sta in qualche collegamento col fatto che anche ai Santi sono stati coperti gli occhi con delle bende bianche, bianche come la cecità bianca di cui viene investita la città intera?
Non lo so, non riesco a trovare un motivo per farmi piacere questo libro. Il titolo originale era "saggio sulla cecità", modificato perchè in Italia non avrebbe attirato lettori (e sono d'accordo, se non fosse stato per il gruppo di lettura non l'avrei letto). Ma il problema è che secondo me non tira le fila del discorso. Ho chiuso il libro dicendo: "quindi??". Mi dispiace, so di essere una mosca bianca, ho intorno persone a cui questo libro è piaciuto da morire. A me ha fatto abbastanza schifo. Per la storia, per i contenuti. E lo stile narrativo è terribile, senza punti interrogativi, senza due punti, senza virgolette, lunghi periodi pieni di descrizioni mischiate a dialoghi come se fossero tutt'uno.
Mio voto: 6 / 10 (e sono stata ampiamente alta...)

mercoledì 11 febbraio 2015

w…w…w…wednesdays #11



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (11^ puntata - mercoledì 11 febbraio 2015):

1) cosa stai leggendo?
"cecità" di Saramago

2) cosa hai appena finito di leggere?
"acqua buia" - John Lansdale
"il buio oltre la siepe" - Harper Lee
"il commissario nella tartufaia" - Pierre Magnan

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"Lisario o il piacere infinito delle donne" - Antonella Cilento

Il commissario nella tartufaia - Pierre Magnan



Titolo originale: Le commissaire dans la truffière (1991)

Il commissario Laviolette, arrivato a Banon per gustarsi un'omelette ai tartufi, si trova inaspettatamente a dover risolvere l'ennesimo enigma. Un covo di hippy assassinati, una scrofa di nome Roseline e uno spiacevole incidente nei pressi di una tomba protestante sono gli originali
elementi di questa vicenda. In un crescendo di suspense, fino alla quasi inaspettata soluzione del delitto, il lettore può tornare a immergersi nella vita di provincia che Pierre Magnan sa descrivere in modo impeccabile. (www.ibs.it)

Ammetto di aver fatto una certa fatica. Il libro parte abbastanza lento. E ho trovato poco scorrevole anche la scrittura, nonostante le belle descrizioni del paese. Comincia ad avere un po' più movimento nella seconda parte, quando vengono trovati anche i cadaveri degli hippy e cominciano ad ingranare un po' le indagini.
La soluzione però sembra cadere un po' dal nulla. Non ci sono indizi che portino il lettore ad avvicinarsi (o almeno non li ho colti se ci sono).
La locandiera Rosemonde è piuttosto simpatica. E una menzione particolare va alla scrofa che scappa verso il bosco, lei probabilmente ha capito tutto prima di tutti eh eh. Per il resto non ho trovato nessun personaggio particolarmente interessante, anche perchè non sono descritti più di tanto. Il commissario ha dato segno di essere molto intuitivo, ma non mi ha particolarmente colpito.
Carino.

Mio voto: 6 e mezzo / 10  

venerdì 6 febbraio 2015

Il buio oltre la siepe - Harper Lee



Titolo originale: To kill a mockingbird (1960)

Maycomb (cittadina immaginaria dell'Alabama), anni '30.
Scout (Jean Luoise) e Jem (Jeremy) Finch abitano col padre Atticus, avvocato, e la domestica di colore Calpurnia.
Passano i loro giorni fantasticando su Arthur (Boo) Radley, un vicino di casa che da anni vive rinchiuso in casa, avendone paura ma essendone anche piuttosto incuriositi.
Durante l'estate, a loro si aggiunge Dill, un bambino orfano di padre che passa le estati da una zia a Maycomb.
Un giorno ad Atticus viene affidato il caso di Tom Robinson, un giovane di colore accusato ingiustamente di aver violentato Mayella Ewell. Atticus, durante il processo pubblico, riesce ampiamente a dimostrare che il giovane è innocente, ma la giuria lo considera comunque colpevole. Sono gli anni in cui una persona di colore l'avrà comunque persa contro una persona bianca. Atticus decide che ricorreranno in appello, avendo buone speranze, ma mentre si trova nel carcere Tom cerca di scappare e viene ucciso dalle guardie.
Il padre di Mayella, Bob Ewell, minaccia pesantemente Atticus, dicendogli che prima o poi gliela farà pagare. E infatti, durante la notte di Halloween, dopo la rappresentazione teatrale fatta a scuola, mentre Jem e Scout rientrano verso casa, Bob li segue e li aggredisce. Scout non vede cosa succede, perchè ha ancora addosso il suo costume da prosciutto della recita. Si accorge a casa che l'uomo che li ha salvati è il fantomatico Boo Radley.


Bellissimo. E' un libro che da tanto tempo volevo leggere. Non ho nemmeno mai visto il film, e anche a questo provvederò.
Siamo nell'Alabama degli anni '30, anni in cui i neri (che vengono chiamati “cioccolati”) sono considerati inferiori ai bianchi. Però ci sono alcune persone, come Atticus, per cui una persona è una persona indipendentemente dal colore della sua pelle. Atticus sa che quel processo porterà molte persone a parlar male di lui, ma lui prosegue per la sua strada. Sa fin dal principio che probabilmente la giuria condannerà Tom, per paura di ritorsioni, però il suo intento è di insinuare un po' di dubbio in chi ascolta. E raggiunge perfettamente il suo scopo.
La vicenda è narrata in prima persona da Scout, la bambina. La narrazione è scorrevole, emozionante, il libro si legge tutto d'un fiato. La storia non ha punti morti. I personaggi sono ben delineati. Atticus Finch è quasi mitico. Il libro affronta un argomento delicato come il razzismo con gli occhi puliti dei bambini.
Il titolo originario, tradotto, sarebbe stato “uccidere un usignolo”. Un peccato secondo Atticus, perchè gli usignoli sono uccellini innocui che non fanno male a nessuno, non rubano il nido agli altri uccelli, ma anzi regalano una musica gradevole a chi hanno intorno. All'usignolo è paragonabile sia Tom, il ragazzo nero, una facile preda della cattiveria degli Ewell, sia Boo Radley, che verrebbe gettato in pasto al mondo se venisse svelato che è stato lui a salvare i bambini uccidendo Bob Ewell (mentre lui ha scelto di rimanere fuori dal mondo).
Mio voto: 10 / 10.

giovedì 5 febbraio 2015

Acqua buia - Joe R. Lansdale



Titolo originale: Edge of dark water (2012)

«Silenziosamente sollevai il barattolo con dentro May Lynn, lo tenni in mano per qualche istante e tra me e me la ringraziai, perché a suo modo, malgrado mi avesse fatto arrabbiare non poco, ci aveva riuniti, aveva fatto di noi una famiglia, e ci aveva spinti lungo il fiume per scoprire chi eravamo e dove stavamo andando».

Texas, anni '30. Sue Ellen ha sedici anni e si diverte a "passare il tempo all'aria aperta e fare cose da uomini", come pescare. Abita con la madre che è sempre intontita da un "toccasana" liquoroso e il padre, rozzo e violento, infatti di notte chiude bene la porta della camera e si tiene un ceppo di legno nel caso volesse avvicinarsi troppo. Ha due amici: Terry, un ragazzino bianco gay che vive con la madre e la famiglia del secondo marito di lei, e Jinx, una ragazzina di colore con la lingua lunga e sagace.
Un giorno, pescando col padre e lo zio, Sue Ellen e Terry recuperano, dal fondo del fiume Sabine, il corpo di una loro amica, May Lynn Baxter. La trovano con le mani legate dietro alla schiena e con ai piedi legata una macchina da cucire.
Il ritrovamento del corpo non fa molto scalpore nè suscita particolare interesse nemmeno sull'agente Sy Higgins e così il caso viene chiuso (anzi, neanche aperto in realtà) e la ragazza sepolta al cimitero nella zona dei poveri.
Ma i tre ragazzi non ci stanno. Sanno che May Lynn aveva un sogno: andare a Hollywood e diventare una stella del cinema. Così decidono di portarcela da morta, cremandola per spargere le sue ceneri. I ragazzi si recano a casa di May Lynn per dire a suo padre dell'accaduto, però il padre è fuori e loro scoprono il diario della ragazza, nel quale trovano una mappa che indica il punto in cui sono sepolti dei soldi, frutto della rapina di una banca fatta dal fratello di May Lynn e un suo socio.
Da qui le cose cominciano a complicarsi. Il padre di May Lynn scopre che i ragazzi hanno preso i soldi, li insegue, riesce ad afferrare Jinx che però per difesa quasi lo uccide. L'uomo allora si rivolge al padre di Sue Ellen, la quale quando torna a casa trova la madre ad aspettarla per impedirle di entrare. Sue Ellen le racconta il piano di portare le ceneri di May Lynn a Hollywood, e la madre si unisce al gruppo. Partono quindi di notte, prendendo in prestito la chiatta del paese e lasciandosi trasportare dalle acque del fiume. Scopriranno presto che non solo l'agente Sy e zio Gene li stanno cercando (e li troveranno quando verranno accolti dal reverendo Joy), ma il padre di May Lynn, Cletus, ha assoldato un efferato personaggio chiamato Skunk che si diverte a conservare come reliquia le mani dei malcapitati.

E' il primo libro che leggo di Lansdale. L'ho scelto per la monthly keyword di febbraio. Devo dire che mi è piaciuto molto. E' interessante lo stile narrativo di Lansdale, che utilizza molte espressioni abbastanza scurrili ma anche molte metafore e similitudini bizzarre ("accarezzai il pezzo di legno come fosse un gatto ricoperto di corteccia", per citarne una). La lettura è molto avvincente e scorrevole però non è un libro della buonanotte. Io ammetto che alcune parti mi hanno un po' impressionato. E' un thriller un po' macabro, secondo me è più vicino all'horror. Però piacevole.
Mio voto: 8 / 10

mercoledì 4 febbraio 2015

w…w…w…wednesdays #10



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (10^ puntata - mercoledì 4 febbraio 2015):

1) cosa stai leggendo?
"acqua buia" - John Lansdale

2) cosa hai appena finito di leggere?
"le madri salvate" - Colombe Schneck
"gli ingredienti segreti dell'amore - Nicolas Barreau

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"il buio oltre la siepe" - Harper Lee

lunedì 2 febbraio 2015

Gli ingredienti segreti dell'amore - Nicolas Barreau



Titolo originale: Das lacheln der Frauen (2011)

Le coincidenze non esistono. Aurélie Bredin ne è sicura. Giovane e attraente chef, Aurélie gestisce da qualche anno il ristorante di famiglia, Le Temps des cerises. È in quel piccolo locale con le tovaglie a quadri bianchi e rossi in rue Princesse, a due passi da boulevard Saint-Germain, che il padre della ragazza ha conquistato il cuore della futura moglie grazie al suo famoso Menu d’amour. Ed è sempre lì, circondata dal profumo di cioccolato e cannella, che Aurélie è cresciuta e ha trovato conforto nei momenti difficili.
Un pomeriggio però, dopo essere stata piantata in asso dal fidanzato, Aurélie si rifugia in una libreria, dove si imbatte in un romanzo intitolato Il sorriso delle donne. Incuriosita, inizia a leggerlo e scopre un passaggio del libro in cui viene citato proprio il suo ristorante. Grata di quel regalo inatteso, decide di contattare l’autore per ringraziarlo. Ma l’impresa è tutt’altro che facile. Ogni tentativo di conoscere lo scrittore – un misterioso inglese – viene bloccato da André, l’editor della casa editrice francese che ha pubblicato il romanzo. Aurélie non si lascia scoraggiare e, quando finalmente riuscirà nel suo intento, l’incontro sarà molto diverso da ciò che si era aspettata.


Ho letto questo libro per il gruppo di lettura. Volevamo (finalmente) una lettura “da plaid”, rilassante, romantica, leggera. Il libro è carino ma mi dà l'impressione di essere un po' stato scritto “apposta”. La trama era intrigante però il racconto è un po' melenso e in alcuni punti ha un po' troppi luoghi comuni sull'amore. Poi lo sviluppo della vicenda poteva avere più movimento.
Nella storia sono state lasciate molte espressioni francesi, senza una traduzione. E chi non sa il francese deve tirare ad indovinare??
E poi c'è una cosa che mi ha proprio creato confusione. L'autore scrive sempre in prima persona, sia quando interpreta Aurélie, sia quando interpreta André. E' uno stile narrativo tremendo.
E' comunque una lettura piacevole, da relax.

Ho letto su wikipedia che, secondo una giornalista tedesca, Nicolas Barreau non esiste (proprio come il personaggio del suo libro) ma che in realtà si tratta di un autore fittizio creato apposta per sfruttare il favore che gli autori francesi hanno in Germania. Non so se questo sia vero o meno. L'impressione di essere un libro “furbo” l'ho avuta anche io.


Mio voto: 6 e mezzo / 10.