martedì 10 giugno 2014

La porta - Magda Szabò


Magda, scrittrice, non riesce a seguire la carriera letteraria e la vita domestica. Le consigliano di chiedere aiuto alla vecchia Emerenc Szeredàs, la quale mette subito in chiaro che è lei che sceglie da chi lavorare, in che tempi e in che modi. La discrezione di Emerenc è una dote che il marito di Magda apprezza molto.
Emerenc è una donna ruvida, tuttofare instancabile, che riposa solo qualche ora su un loversit e che non permette a nessuno di valicare la porta dietro alla quale si nasconde la sua casa e la sua vita.
Emerenc è schiva, distaccata, ma sempre pronta ad aiutare chiunque (persona o animale) si trovi in difficoltà. A poco a poco scopriamo alcune delle vicende del suo passato che ne hanno condizionato la vita e l'hanno portata in questa specie di solitudine.
Magda invece ama la socialità, vorrebbe instaurare un dialogo con Emerenc che invece rimane sempre a distanza.
Sarà proprio Magda, preoccupata, che aprirà la porta, quella che doveva restare assolutamente chiusa per tutti e che svelerà lo stato di devastazione in cui è caduta Emerenc, e da lì comincerà la rovina della vecchia e della sua vita. Perchè Emerenc non voleva essere aiutata e men che meno voleva morire coperta di vergogna. 

Ho grosse difficoltà a commentare questo libro. All'inizio mi è piaciuto, era intrigante il rapporto di scontro tra queste due donne, ed Emerenc è veramente un personaggio, con il suo modo di fare. Poi si scoprono due vicende in particolare che daranno una svolta alla vita di Emerenc. Il primo, quando le dame della carità nella distribuzione del vestiario si dimenticano della sua presenza e pretendono di rimediare dandole un abito coi lustrini, episodio questo che le farà cadere ogni attaccamento alla religione. Il secondo, la barbara uccisione del suo gatto da parte di un vicino di casa. Ma potrei aggiungerne una terza, la mucca Viola che per correre incontro a Emerenc bambina, cade dal treno, si rompe due zampe e viene abbattuta. (A questo punto avevo fatto il pieno di cose tristi)
A poco a poco, a modo suo, Emerenc accorcia la distanza che tiene con Magda, al punto da maturare un amore quasi materno nei suoi confronti. 
Più la conoscevo e più apprezzavo Emerenc, con la sua generosità nei confronti di chiunque ne avesse bisogno. (Poi, scoprire che è una gattara ha aumentato la mia simpatia eh eh). 
Più conoscevo Magda invece e più provavo antipatia nei suoi confronti, fino al culmine in cui ha rivelato al mondo il segreto di Emerenc, rovinandole la dignità che si era costruita in anni di sacrifici e lavoro, oltre che mandando a morte certa i gatti che Emerenc adorava. In quel momento l'ho odiata. E poi è scappata a prendersi il suo premio che non si è nemmeno goduta.
E' un libro che lascia tanti spunti di riflessione, ma anche una enorme tristezza.
Mio voto: 7 / 10

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