mercoledì 28 maggio 2014

Fontamara - Ignazio Silone


La vita di desolazione e sfruttamento di una comunità contadina nell'Italia meridionale. Una saga dolorosa di uomini che subiscono l'ingiustizia e la sopraffazione come ineluttabili, fino all'inevitabile ribellione. Un romanzo-testimonianza di grande forza poetica, capolavoro di Silone (1900-78). (da http://www.librimondadori.it)

Avevo letto alcuni brani di questo libro a scuola, decenni fa, e, sinceramente, non avevo alcuna voglia di rileggerlo, ma gli ho dato il beneficio del dubbio.
Ammetto che ha un inizio interessante. Sono belle le descrizioni della vita di questo paese sperduto sui monti, con le credenze e le superstizioni della gente. Sono anche riuscita in qualche modo a farmi "coinvolgere" dalle loro sfortune: prima la luce che viene staccata, poi il fatto di essere presi in giro da questo funzionario che fa firmare una petizione in bianco, le donne che cercano di sistemare le cose e fanno chilometri e chilometri di strada polverosa per essere alla fine derise.. tutta una serie di "sfortune" che mi hanno fatto provare una specie di "compassione" (non trovo un termine migliore) per questa gente.
Poi però, per i miei gusti, le tristezze sono diventate troppe. Ho chiuso questo libro pensando che era una fila interminabile di tristezze e francamente non ne potevo più. Sono arrivata alla fine perchè speravo con tutto il cuore che ci fosse un colpo di scena, che Berardo così animato da tanto entusiasmo, riuscisse a dare una svolta davvero alla sua vita.  
Questo romanzo mi ha fatto venire in mente altri scrittori del genere (tipo Verga), dove i perseguitati che provano ad alzare la testa vengono comunque rimessi al loro "posto", bastonati, non c'è margine per migliorare, bisogna solo sopravvivere nella miseria.
A me sinceramente non è piaciuto e lo vorrei stroncare. Però ammetto che, considerando il periodo in cui è stato scritto, e la situazione piena di metafore che narra, ha sicuramente rappresentato una forte "denuncia" delle condizioni di vita dei cafoni, e, visto nel suo contesto, ha sicuramente un suo valore. Però non riesco ad andare oltre il sei.
Mio voto: 6 / 10.

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