giovedì 6 marzo 2014

Jane Eyre - Charlotte Bronte



Jane è una bambina di dieci anni, orfana di entrambi i genitori, che viene adottata dal fratello della madre. Quando lui muore, fa promettere alla moglie di occuparsi di Jane trattandola come fosse una loro figlia. Ma alla morte dell'uomo, la signora Reed concede ben poco affetto alla bambina, e anzi le viene ricordato in continuazione che deve essere grata di essere stata accolta in quella casa.
All'ennesima angheria del cugino John, di cui viene, come sempre, incolpata Jane, la bambina viene rinchiusa nella camera in cui è morto lo zio Reed; lì dentro ha un esaurimento nervoso e sviene.
Il 15 di gennaio, un uomo arriva a casa della zia. È il signor Brocklehurst, pastore, gestore di una scuola molto severa per orfane che prende in carico Jane. E Jane, prima di andarsene, si sfoga con tutto il rancore che si teneva dentro che non è falsa, che è contenta che la signora Reed non sia sua parente e che a tutti quelli che glielo chiederanno dirà che non è una donna buona ma che invece è lei la falsa, crudele e senza cuore.
Jane, quindi, parte per la scuola di Lowood, dove comincia una vita di sacrifici, poco cibo, molta disciplina. La cattiva nutrizione e i raffreddori trascurati, portano nella scuola una epidemia di tifo. Questo avvenimento, per il numero di vittime che miete, richiama l'attenzione pubblica sulla scuola e le sue condizioni, risvegliando l'indignazione pubblica. La scuola però ne trae vantaggio. Diverse persone ricche della zona contribuiscono a finanziare una nuova costruzione e una gestione più oculata delle donazioni. Jane rimane a Lowood una decina di anni, di cui due da insegnante. Poi inizia a sentire il bisogno di vedere cosa c'è fuori da quella scuola. Decide di mettere un annuncio di lavoro su un giornale.  Viene contattata da una certa signora Fairfax e si mette in viaggio per la sua nuova vita a Thornfield. La signora fairfax le piace molto e anche la bambina a cui deve fare da istitutrice, Adèle, nonostante sia un po' frivola. Sul momento crede che la signora Fairfax sia la padrona di casa, finchè scopre che il padrone è un certo signor Rochester, che è spesso assente da Thornfield. La bambina, in effetti, è figlia sua e di una ballerina dell'Opera con cui ha avuto una storia e che è scappata lasciandola a lui.
Ma nella casa, in effetti, non sono soli. Al terzo piano, segregata (ma non troppo) vive una inquietante presenza che ogni tanto lancia delle urla demoniache, e che tutti fanno finta di minimizzare dicendo che probabilmente si tratta della domestica Grace Pole.
Nel frattempo, Jane riceve la notizia che John Reed è morto e che la signora Reed sta male. Decide di andarla a trovare. In punto di morte, la signora Reed confessa a Jane che tre anni prima aveva ricevuto la lettera di un certo John Eyre di Madera, parente lontano di Jane, che aveva piacere di ritrovarla per farne la sua erede. Ma la signora Reed non le ha detto niente per non darle una mano a raggiungere la prosperità.
Jane torna a Thornfield. Si aspettava di trovare i preparativi per le nozze del padrone ma non trova niente di tutto ciò. Anzi, una sera Rochester la chiede in sposa. “ho finto di corteggiare la signorina Ingram perchè volevo che ti innamorassi di me pazzamente come io lo ero di te, e sapevo che la gelosia sarebbe stato il miglior alleato per raggiungere il fine”.
Il giorno del matrimonio, la cerimonia viene interrotta da due estranei che rivelano che Rochester è già sposato e che la moglie è ancora viva e viene tenuta nascosta a Thornfield. Si tratta di una selvaggia che sta su quattro gambe e ringhia come una bestia selvatica, accudita dalla famosa Grace Pole. I due uomini sono stati mandati dallo zio di Jane quando aveva saputo dell'imminente matrimonio della lontana nipote, per impedire la bigamia.
Rochester le dice che il matrimonio con Bertha era stato organizzato dal padre, ma nessuno aveva gli detto che la madre di Bertha era pazza, rinchiusa in un manicomio, e che anche nella ragazza si cominciavano a vedere i segni della stessa malattia. Rochester è davvero disperato ma Jane non se la sente né di far finta di niente né di diventare la sua amante. Decide che la cosa migliore da fare sia andarsene da Thornfield e scappa. Ad un bivio, imbocca una strada che non aveva mai preso. Dopo un paio di giorni di intenso cammino e niente cibo, Jane chiede ospitalità ad una casa. Senza saperlo è la casa dei cugini (St. John, Mary e Diana), a cui lei però si presenta con un altro cognome, ma si farà smascherare quando fa un ritratto di una ricca ragazza del luogo e lo firma inconsciamente col suo vero nome. E St. John le dice che l'hanno cercata per dirle che lo zio John è morto e voleva lasciare a lei i suoi averi. Jane si trova quindi ad avere un patrimonio di ventimila sterline, che decide di dividere in parti uguali coi 3 cugini.
Nel frattempo St. John inizia a farle una corte serrata, che sembra un po' una minaccia, dicendo che la vuole portare con sé in missione in India ma che deve andarci come sua moglie. Jane non ne vuole sapere di sposarsi, men che meno con uno che non ama e che non la ama. Ma lui la tormenta. Una sera, mentre le sue convinzioni cominciano a vacillare, Jane sente una voce a lei nota che la chiama. E decide che prima di prendere qualsiasi decisione deve sapere cosa ne è stato di Rochester, che non è mai uscito dai suoi pensieri. 
Trova la dimora di Thornfield palesemente in rovina. Dall'oste della locanda, Jane scopre che un incendio ha devastato la casa, che Rochester era dentro per aiutare i domestici a venir fuori. La moglie pazza era sul tetto e lui era salito per farla scendere. Lei con un grido era saltata giù, morendo. Rochester si era salvato, ma aveva perso la vista e una mano gli era stata amputata. Ora viveva col vecchio John e la moglie a Ferndean. Jane si reca immediatamente a Ferndean dove per fargli una sorpresa si spaccia per la cameriera che gli porta dell'acqua. Ma lui la riconosce. Lei gli racconta quello che è stata la sua vita in quegli anni e gli dice che vuole rimanere lì con lui.
“signor Rochester, se nella vita ho compiuto una buona azione, ho avuto un pensiero buono, ho pronunciato una preghiera sincera, ho sentito un desiderio retto, in questo momento ho il mio premio. Essere sua moglie è per me raggiungere la più grande felicità”

Un classico dei classici che ancora non avevo letto.
Mi è molto difficile sintetizzare un libro del genere, pieno di avvenimenti. Certo potrei liquidarlo con poche parole, ma dal momento che (come altri classici), la trama è ormai nota a molti, molti film ne sono stati tratti, immagino di non svelare in realtà nessun segreto.
Mi è piaciuto tantissimo. Avventuroso, scorrevole, a lieto fine. Ovviamente mi sono affezionata a Jane, e non avrei sopportato che finalmente la vita non le desse ciò che le aveva tolto da bambina, circondata da personaggi stronzi (non saprei trovare un altro termine per indicarli..) che hanno la loro punizione. 
Jane non è la classica bellezza, anzi è bruttina, ma ha una intelligenza sopraffina. Jane è un personaggio con grande forza, nonostante le prove che deve superare, non si arrende mai.
Mio voto: 9 / 10

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