giovedì 20 febbraio 2014

L'amante - Marguerite Duras



Finite le vacanze scolastiche, una ragazza di 15 anni e mezzo è in viaggio sul traghetto che attraversa il fiume Mekong. Sta tornando a Saigon, dove vive e studia. Mentre si trova sul ponte dell'imbarcazione, col suo abito semplice, le scarpe dorate e il cappello da uomo rosa, attrae l'attenzione di un giovane di origini cinesi, figlio ed erede di un importante uomo d'affari, che le propone di accompagnarla in automobile. Lei accetta.

Cominciano così gli incontri tra la ragazza e il cinese, di cui diventa l'amante. Incontri di sesso nei quali scopriamo anche che la ragazza è figlia di una vedova “dominata da una disperazione totale, dalla quale nemmeno i rari momenti felici della vita riuscivano a distoglierla”; ha un fratello più grande, prepotente, che detesta ed uno più piccolo che adora.
“finchè è durata la nostra storia, per un anno e mezzo, faremo sempre questo tipo di discorsi. Sapendo che è impossibile un avvenire in comune, eviteremo di parlare dell'avvenire”
A causa delle circostanze economiche difficoltose in cui si trova, comincia anche a farsi pagare proprio come fosse una prostituta, mentre la madre e il fratello maggiore cercano d'approfittarne. Finchè il padre del giovane uomo non s'intromette con la sua forte disapprovazione, interrompendo la relazione tra i due (e costringendo lui a sposarsi).
“anche lei aveva pianto. Lo aveva fatto nascondendo le lacrime, perchè lui era cinese e non si doveva piangere quel genere di amanti, nascondendo alla madre e al fratellino il suo dolore, senza lasciar trasparire niente, come erano abituati a fare tra di loro”.... “e poi aveva pianto, perchè aveva pensato all'uomo di Cholen e tutto a un tratto non era più sicura di non averlo amato”
“Anni e anni dopo la guerra, dopo i matrimoni, i figli, i divorzi, i libri, era venuto a Parigi con la moglie. Le aveva telefonato. Sono io. Le aveva detto: volevo solo sentire la tua voce”. “Lui sapeva che lei aveva cominciato a scriver libri, l'aveva saputo dalla madre incontrata a Saigon. Sapeva anche del fratello piccolo, disse che ne aveva sofferto pensando a lei. E poi sembrava che non avesse altro da dire. Ma poi glielo aveva detto. Le aveva detto che era come prima, che l'amava ancora, che non avrebbe potuto mai smettere d'amarla, che l'avrebbe amata fino alla morte”.
 
Ho finalmente letto questo romanzo, da cui è stato tratto un film molto bello di Jean-Jacques Annaud del 1992. 
La scrittura è molto particolare, alterna la prima e la terza persona con molta nonchalance. Il libro è pieno di cose non dette: in particolare, il desiderio della ragazza di trovare un contatto con la madre depressa e l'amore per il cinese che lei nasconde dicendosi che lo incontra solo per sesso. 
Ad un certo punto però sembra di leggere frasi un po' deliranti, con salti temporali, flashback anche non facili da seguire. Sinceramente mi ha un po' deluso e ammetto che, ad un certo punto, senza aver visto il film mi sarei persa. 
Non mi ricordo dove l'ho letto, forse su anobii, ma concordo che questo libro è uno dei rari casi in cui il film è stato meglio.
 
Mio voto: 5/10

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