lunedì 1 luglio 2013

L'uomo dei cerchi azzurri - Fred vargas




Jean-Baptiste Adamsberg, 45 anni, è al suo primo incarico come commissario di Parigi, nel quinto arrondissement. Il suo ispettore preferito è Adrien Danglard, un uomo col vizio di bere troppo fin dal pomeriggio.
Adamsberg è incuriosito da un soggetto che si diverte a tracciare col gesso dei  cerchi azzurri per le strade di parigi. Cerchi nei quali lascia sempre degli oggetti senza alcuna logica e una scritta “Victor, malasorte, il domani è alle porte”. Ma secondo lui, dai cerchi trasuda crudeltà. E infatti un giorno ecco apparire quello che lui si aspetta dentro al cerchio: il primo cadavere.
Ecco allora partire le sue indagini per trovare chi sia questo fantomatico uomo dei cerchi.
Intorno a lui, alcuni personaggi piuttosto bizzarri: Mathilde Forestier, famosa oceanografa, che scopre essere la madre del suo grande amore, “il tesorino”, a cui continua a pensare costantemente. Poi Charles Reyer, che Mathilde definisce “il cieco bello”. Infine Clèmence Valmont, una vecchia signora che abita nella casa di Mathilde e che risponde costantemente agli annunci personali del giornale per trovare un uomo.

Sulla storia non dico altro o finisco per svelarvi come va a finire. Il romanzo ha un inizio terribilmente lento, con tutti questi ritrovamenti dei cerchi e di oggetti che apparentemente (ma anche non apparentemente...) non sono collegati l'uno all'altro. Poi prende un po' il via dopo il primo omicidio. Purtroppo però Adamsberg è uno di quei commissari che risolvono i casi a “intuito”, e quindi la soluzione pare buttata lì perchè lungo le duecento pagine non vengono forniti indizi per risolverlo. Questo è ciò che non mi è piaciuto, il finale machiavellico veramente a sorpresa. Sarà che mi piace provare ad “investigare” mentre leggo e ad un certo punto mi sono solo trovata a chiedermi dove volesse andare a parare.
I personaggi di Adamsberg e Danglard sono molto interessanti, anche se trovo un po' verosimile che un poliziotto possa ubriacarsi addirittura in servizio. I tre personaggi “di contorno” sono abbastanza antipatici, ma ben caratterizzati.

Mio voto: 6 e mezzo/10

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