giovedì 2 febbraio 2012

Fiorirà l'aspidistra - George Orwell


Gordon Comstock, ventinovenne già piuttosto muffito, ultimo membro della famiglia Comstock, famiglia particolarmente misera, tetra, inerte, inetta dove non succede mai nulla, dove ogni possibile desiderio e spirito veniva subito schiacciato o estirpato.
Gordon aveva dichiarato guerra al denaro da quando aveva 16 anni e non voleva di saperne di quelli che venivano considerati “buoni” lavori. Il suo lavoro ideale era in piccole librerie, pagato pochi soldi e senza possibilità di far carriera o di aumentate la paga.
Aveva poi una contesa segreta con l'aspidistra, pianta che tutte le famiglie borghesi che lui denigrava avevano in casa e di cui anche lui aveva un esemplare in camera che aveva in tutti i modi cercato di uccidere ma che tenacemente resisteva.
Nella vita voleva scrivere, ma poche riviste nella realtà accettavano di pubblicare le sue poesie. Da due anni lavorava ad un poema chiamato Piaceri londinesi che però ristagnava.
Il poeta che muore di fame in una soffitta, questa era la sua visione di se stesso. Lentamente si lascia sprofondare nel fango,sempre più in basso, finché l'annuncio che la sua ragazza è incinta gli fa cambiare radicalmente vita e si rende conto che non è così terribile come temeva.

Un romanzo con la erre maiuscola, ben scritto, ben portato avanti. Parte un pochino lento ma si riprende in fretta e diventa avvincente per la curiosità di vedere che fine farà il protagonista.Gordon ad un certo punto lo avrei voluto prendere a schiaffi. Nella sua guerra contro al denaro, a mio parere, non si rende conto che ne diventa totalmente schiavo. Ogni rapporto, ogni contatto con altri esseri umani sono rovinati dal fatto che non può permettersi di cenare fuori o di fare una gita in campagna. Addirittura, nel momento in cui una rivista gli pubblica una poesia e lo paga 50 dollari lui parte con buoni propositi poi sperpera tutto in modo molto stupido.
Un personaggio che diventa a tratti antipatico, cattivo, egoista. Che non sa rendersi conto dell'affetto che le persone provano per lui perché vede tutto nell'ottica del denaro.
E nel momento in cui cede e decide di smettere la sua guerra al denaro, si rende conto che la vita che ha tanto dissacrato non è poi così terribile, che le persone borghesi che tanto snobba è vero fanno denaro e hanno un'aspidistra sul tavolo, ma conservano comunque una loro dignità. Si rende conto che abiurare il denaro è abiurare la vita.
L'aspidistra diventa un po' la metafora della sua vita: lui cerca di ucciderla, lei sembra morire ma non muore, rifiorisce con la primavera, così come rifiorisce la vita di Gordon nel momento in cui Rosemary gli comunica di aspettare un bambino.
Molto molto commovente, secondo me, il finale.

mio voto: 9/10

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